Il presidente russo, Vladimir Putin, ha espresso la sua rabbia riguardo all’offensiva condotta dall’esercito ucraino nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina. Secondo Putin, l’obiettivo dell’attacco sarebbe quello di migliorare la posizione negoziale futura dell’Ucraina. Il presidente ha affermato che il regime di Kiev avrebbe rifiutato le proposte di tornare a un piano per una soluzione pacifica, decidendo invece di seguire gli ordini dell’Occidente per migliorare la propria posizione nelle trattative future. Putin ha condannato il comportamento dell’esercito ucraino, accusandoli di colpire indiscriminatamente civili e infrastrutture, e creare minacce alle centrali nucleari.
L’agenzia internazionale per l’energia atomica ha confermato che non ci sono rischi per la sicurezza nucleare nonostante il rogo alla centrale di Zaporizhia, di cui entrambi i governi si accusano reciprocamente. Le autorità stanno procedendo con le operazioni di evacuazione nella regione di Belgorod, mentre le forze ucraine avrebbero conquistato 28 località a Kursk, penetrando per diversi chilometri.
Il governatore locale, Alexei Smirnov, ha avanzato l’accusa che gli ucraini avrebbero impiegato armi chimiche durante l’offensiva, anche se non sono chiare le prove a supporto di questa affermazione. C’è preoccupazione per le persone disperse, stimandone circa 200 stando alle segnalazioni ricevute dall’associazione Liza Alert, che si occupa della ricerca di persone scomparse.
Questa escalation di tensione arriva dopo l’offensiva militare avviata dalla Russia nel febbraio 2022 contro l’Ucraina, che ha causato la morte di decine di migliaia di persone, sia civili che militari.
La situazione sul conflitto in corso tra Russia e Ucraina continua a destare preoccupazione a livello internazionale, con l’Unione Europea e gli Stati Uniti che seguono da vicino gli sviluppi e cercano di favorire una soluzione negoziata per porre fine alla violenza e alle sofferenze delle popolazioni coinvolte.