Ma Adesione record e piazze gremite: la protesta scuote il dibattito politico
L’Italia si è fermata oggi per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la manovra finanziaria del governo, coinvolgendo settori pubblici e privati. Con 43 cortei in tutto il Paese e un’adesione media superiore al 70%, la mobilitazione ha visto la partecipazione massiccia di lavoratori, studenti e pensionati, creando un fronte comune di dissenso verso le politiche economiche del governo.
Adesione massiccia nei settori produttivi
Dai dati diffusi dalle sigle sindacali, l’adesione ha toccato punte del 100% in aziende come Heineken a Taranto e Sammontana a Firenze. Percentuali altissime sono state registrate in altri grandi poli produttivi: 98% alla Lamborghini di Bologna, 90% alla Pirelli di Settimo Torinese e 95% alla Isab di Siracusa. Anche nel settore scolastico e sanitario si sono registrate chiusure significative, con moltissime scuole e presidi sanitari operanti a regime ridotto.
Manifestazioni in tutta Italia
La protesta ha animato 43 città con cortei e presidi. A Bologna, oltre 50.000 persone hanno sfilato sotto la guida del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Napoli ha visto una partecipazione di oltre 30.000 manifestanti, con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha sottolineato l’importanza di invertire la rotta per garantire un futuro migliore ai giovani del Sud.
Tensioni a Torino e richieste sul salario minimo
Non sono mancate tensioni, come a Torino Porta Nuova, dove i manifestanti hanno tentato di forzare i cordoni delle forze dell’ordine, dando luogo a momenti di scontro. A Bologna, le lavoratrici delle pulizie hanno chiesto un salario minimo metropolitano, portando in piazza simboli del loro lavoro quotidiano, come scope e moci, per denunciare la precarietà delle loro condizioni economiche.
Sindacati: “Il governo rifletta”
Landini ha definito lo sciopero una risposta collettiva alla “deriva autoritaria” del governo, mentre Bombardieri ha esortato l’esecutivo a considerare la mobilitazione come un segnale chiaro del malcontento diffuso. Entrambi i leader sindacali hanno puntato il dito contro l’aumento delle disuguaglianze sociali, chiedendo interventi urgenti su salari, sanità e diritti dei lavoratori.
Le reazioni politiche
Il governo ha reagito duramente. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha definito “irresponsabili” le dichiarazioni di Landini, mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato di uno “sciopero con motivazioni esclusivamente politiche”.
Nonostante le critiche, la giornata di protesta ha dato voce a una larga parte del Paese che chiede misure concrete per affrontare il caro vita e il calo del potere d’acquisto. I sindacati promettono di non fermarsi, sostenendo che questa mobilitazione sia solo l’inizio di una battaglia più ampia per il lavoro e la giustizia sociale.