L’influencer accusata di truffa aggravata per le campagne benefiche legate ai prodotti Balocco e alle Uova di Pasqua
Milano, 29 gennaio 2025 – La Procura di Milano ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti di Chiara Ferragni, imprenditrice digitale e influencer, nell’ambito del cosiddetto “Pandoro gate”. L’accusa è di truffa continuata e aggravata, contestata in concorso con altri tre imputati, in relazione alle operazioni commerciali legate ai prodotti “Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni” (Natale 2022) e “Uova di Pasqua Chiara Ferragni – Sosteniamo i Bambini delle Fate” (Pasqua 2021 e 2022).
La vicenda ruota attorno alla presunta natura ingannevole delle campagne pubblicitarie che avrebbero indotto i consumatori a credere che parte del ricavato delle vendite fosse destinata a scopi benefici, mentre, secondo gli inquirenti, l’effettivo contributo alle associazioni benefiche sarebbe stato marginale rispetto ai profitti generati.
Il processo: prima udienza il 23 settembre
L’udienza pre dibattimentale è stata fissata per il 23 settembre 2025 e si terrà davanti al giudice monocratico della terza sezione penale del Tribunale di Milano. Oltre a Chiara Ferragni, compariranno in aula anche gli altri tre co-imputati, accusati a vario titolo di concorso in truffa aggravata.
L’indagine della Procura di Milano ha analizzato le strategie di marketing adottate per promuovere i prodotti, evidenziando una possibile discrepanza tra le promesse pubblicitarie e l’effettiva destinazione dei fondi. La vicenda ha già avuto forti ripercussioni mediatiche e commerciali, con un significativo danno di immagine per Ferragni, che negli ultimi mesi ha dovuto fronteggiare anche il crollo di alcune delle sue partnership con marchi di lusso e aziende di largo consumo.
Difesa e reazioni
Chiara Ferragni, attraverso i suoi legali, ha sempre respinto le accuse, sostenendo che le operazioni siano state condotte nella massima trasparenza e che i fondi destinati alle cause benefiche siano stati effettivamente devoluti. Tuttavia, la Procura contesta che il messaggio trasmesso ai consumatori sia stato fuorviante e che l’influencer, con la sua immagine e il suo brand, abbia tratto un indebito vantaggio economico dalla vendita dei prodotti.
L’influencer, che conta milioni di follower sui social media, ha cercato di minimizzare l’impatto del caso sulla sua attività impr