La Guardia di Finanza di Bologna ha scatenato un’ondata di controlli fiscali nei confronti di noti influencer e creatori digitali, mettendo in luce un’evasione fiscale che ha portato al recupero di 11 milioni di euro di redditi non dichiarati. Tra i nomi coinvolti in questa operazione, spiccano quelli di Gianluca Vacchi, Luis Sal, Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli, nonché sex workers attive su Only Fans.
L’operazione ha rivelato discrepanze significative tra i redditi dichiarati al fisco e i guadagni effettivamente ottenuti attraverso pubblicazioni sui social media, collaborazioni con aziende e la creazione di contenuti su siti per adulti. La Finanza ha individuato nove lavoratori digitali con un totale di 50 milioni di follower, alcuni dei quali completamente sconosciuti al fisco.
In particolare, l’evasione fiscale è emersa confrontando i redditi dichiarati con i compensi per le collaborazioni online, che possono raggiungere cifre notevoli. Ad esempio, un singolo post potrebbe valere fino a 80 mila euro. Gianluca Vacchi, con circa 45 milioni di follower tra Instagram e TikTok, è stato uno dei principali bersagli delle indagini, insieme a Luis Sal, noto per le sue controversie con Fedez.
Luis Sal ha respinto le accuse di evasione fiscale, sostenendo di aver sempre dichiarato e pagato regolarmente le tasse. Tuttavia, le indagini hanno rivelato discrepanze significative tra i ricavi generati e le imposte versate, portando a contestazioni per diversi milioni di euro.
Questa operazione è il primo risultato del Memorandum siglato tra l’Agenzia delle Entrate e le Fiamme Gialle per contrastare l’evasione fiscale nel settore degli influencer e creator digitali. Grazie a una collaborazione intensificata e all’analisi dei dati disponibili, le autorità stanno mettendo sotto la lente le attività online che presentano anomalie nei redditi dichiarati.
Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha esteso i controlli anche ai gamer, individuando evasori che hanno generato ricavi significativi senza dichiararli. Queste azioni mirate dimostrano l’impegno delle autorità nel garantire il rispetto delle regole fiscali nel mondo digitale, dove la trasparenza e la correttezza sono fondamentali per evitare scandali come quello emerso in questa operazione.