A Fondi, i genitori di dodici alunni italiani decidono di trasferire i loro figli in un’altra scuola, preoccupati per l’apprendimento in una classe con un’alta presenza di studenti stranieri. Le famiglie straniere rispondono parlando di discriminazione.
La vicenda ha coinvolto una scuola primaria di Fondi, dove una classe composta in gran parte da alunni di origine indiana, pakistana e albanese ha provocato la reazione di alcune famiglie italiane. Questi genitori, preoccupati che i loro figli potessero avere difficoltà nel seguire il programma scolastico, hanno deciso di cambiare istituto. “Non riusciranno a imparare nulla in una classe dove molti non parlano bene l’italiano”, hanno dichiarato.
Le famiglie straniere, invece, sostengono che dietro a questa scelta ci sia una chiara discriminazione. La comunità indiana, in particolare, che costituisce una parte significativa della popolazione di Fondi, si è sentita offesa e sta valutando se prendere misure simili, ritirando a loro volta i propri figli dalla scuola. Il presidente della comunità indiana del Lazio, Gurmuk Singh, ha condannato l’accaduto e sottolineato che questo episodio riflette una difficoltà di integrazione che persiste da tempo.
Fondi, una città che negli ultimi decenni ha visto una crescente presenza di immigrati impegnati nel settore agricolo, si trova ora al centro di un acceso dibattito sull’integrazione scolastica. La città è nota per la sua economia agricola e la presenza del MOF (Mercato Ortofrutticolo di Fondi), uno dei più importanti mercati ortofrutticoli d’Europa, dove molte delle famiglie straniere lavorano.
Nonostante il contributo delle comunità straniere all’economia locale, l’integrazione scolastica sembra ancora essere un ostacolo. Le tensioni sono esplose all’interno dell’istituto “Aspri”, situato nel centro della città, dove le famiglie italiane hanno espresso preoccupazioni legate all’apprendimento dei propri figli in classi multiculturali.
Il sindaco di Fondi, Beniamino Maschietto, ha visitato l’istituto nel tentativo di calmare la situazione, ma la decisione finale spetterà alla dirigenza scolastica e ai genitori coinvolti. Nel frattempo, il dibattito nella città continua, riflettendo una questione più ampia sull’inclusione e l’equilibrio tra comunità diverse.