Addio a Quincy Jones, gigante dell’industria musicale


Quincy Jones, leggendario produttore, compositore e musicista, è morto all’età di 91 anni. La notizia della sua scomparsa è stata confermata dal suo agente, Arnold Robinson. Considerato uno dei più grandi titani dell’industria musicale, Jones ha attraversato settant’anni di carriera collaborando con le più grandi stelle della scena americana, da Frank Sinatra a Michael Jackson, da Ella Fitzgerald a Celine Dion.

Jazzista, compositore e arrangiatore dal talento straordinario, Quincy Jones ha segnato la storia della musica, spaziando dal jazz all’hip-hop, mantenendo sempre il polso del pop. La sua carriera è stata una travolgente cavalcata attraverso la storia della musica contemporanea. Amico di Ray Charles fin dall’adolescenza, Jones è stato direttore musicale di Dizzy Gillespie, arrangiatore di Ella Fitzgerald e il genio dietro l’ultima grande esibizione di Miles Davis, immortalata nell’album dal vivo “Miles & Quincy Live at Montreux”.

Ma è soprattutto la sua collaborazione con Michael Jackson a definirlo come una delle figure più influenti della storia del pop. Jones ha prodotto album iconici come Thriller, il disco più venduto di tutti i tempi, che ha trasformato la musica pop e consolidato Michael Jackson come il “Re del Pop”.

“Qualunque cosa, Quincy l’ha fatta”

Herbie Hancock, celebre pianista jazz, ha ricordato il genio di Jones in un’intervista del 2001: “Qualunque cosa, Quincy l’ha fatta. È stato in grado di prendere questo suo genio e tradurlo in qualsiasi tipo di suono che ha scelto. Non conosce paura. Se vuoi che Quincy faccia qualcosa, devi dirgli che non può farlo e, ovviamente, lui lo farà, eccome se lo farà”.

Quincy Delight Jones Jr. è nato il 14 marzo 1933 a Chicago, in un contesto di povertà estrema. La sua infanzia non fu facile: sua madre soffriva di schizofrenia e fu ricoverata in manicomio, mentre lui e suo fratello Lloyd vissero con la nonna a Louisville, Kentucky. La famiglia affrontava tali difficoltà economiche da dover mangiare topi fritti per sopravvivere.

A 11 anni, Quincy si trasferì a Seattle con suo padre, dove scoprì il suo talento per il pianoforte in un centro ricreativo. Da lì iniziò una carriera che lo avrebbe portato a collaborare con i più grandi artisti del mondo.

Dagli inizi con Ray Charles ai successi a Hollywood

Jones incontrò Ray Charles da adolescente e i due diventarono un pilastro della scena musicale locale di Seattle. Dopo aver studiato al Berklee College of Music, Jones si unì a Lionel Hampton in tournée e attirò l’attenzione come arrangiatore di star del calibro di Duke Ellington e Dinah Washington. Negli anni ‘50, girò l’Europa con orchestre jazz e suonò persino la seconda tromba in “Heartbreak Hotel” di Elvis Presley. Successivamente si trasferì a Parigi per studiare con Nadia Boulanger, leggendaria compositrice e insegnante.

Dopo una carriera intensa come musicista, Quincy passò al lato commerciale della musica, diventando vicepresidente della Mercury Records. A Hollywood, compose colonne sonore per film e lavorò a stretto contatto con Frank Sinatra, arrangiando la versione più famosa di “Fly Me to the Moon”.

Il fenomeno “Thriller” e l’ascesa di Michael Jackson

La collaborazione di Quincy Jones con Michael Jackson iniziò durante la produzione della colonna sonora di The Wiz, e portò alla realizzazione di Thriller, un album che cambiò per sempre la storia della musica pop. “Non è una cosa che puoi costruire a tavolino”, disse Jones a Rolling Stone, “è per questo che tengo in studio un cartello con su scritto ‘Lascia sempre spazio a Dio per entrare nella stanza’”.

Un visionario oltre la musica

Oltre alla musica, Quincy Jones ebbe un impatto profondo su vari settori dell’intrattenimento. Fondò un’etichetta discografica, una rivista hip-hop, e produsse il celebre show televisivo Il principe di Bel-Air, lanciando la carriera di Will Smith. Fu anche dietro il successo di Oprah Winfrey, che trasformò da conduttrice di talk show di Chicago a protagonista de Il colore viola. Si impegnò anche in cause umanitarie, sostenendo Martin Luther King Jr. e organizzando l’iconica registrazione di “We Are the World” nel 1985, per raccogliere fondi contro la carestia in Etiopia.

Una vita tra successi e tragedie

Jones scampò miracolosamente alla morte nel 1969, dimenticando un invito a cena a casa di Sharon Tate la notte in cui la famiglia Manson compì il famigerato massacro. La sua vita sentimentale fu altrettanto movimentata: ebbe tre mogli e sette figli da cinque relazioni diverse.

Nonostante i numerosi problemi di salute, tra cui un aneurisma cerebrale nel 1974 e un coma diabetico nel 2015, Quincy Jones continuò a lavorare e a lasciare il segno fino agli ultimi anni della sua vita. Ha vinto 28 Grammy Awards, un Emmy, un Tony e un Oscar onorario, confermando il suo status di icona dell’intrattenimento.

Con la sua scomparsa, il mondo della musica perde un gigante, un uomo che ha saputo attraversare e trasformare interi decenni di cultura musicale.


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