ROMA – Dopo anni di offerte e promozioni che hanno conquistato milioni di utenti, Groupon Italia chiude i battenti, mettendo fine a un’era per gli amanti dei buoni sconto. La decisione arriva al termine di un lungo contenzioso fiscale con l’Agenzia delle Entrate, che ha portato alla condanna della multinazionale americana a versare oltre 140 milioni di euro di tasse non pagate. Con la chiusura della filiale italiana, 33 dipendenti perderanno il posto di lavoro.

Una battaglia fiscale lunga 12 anni

Il contenzioso con il fisco italiano inizia nel 2011 e si conclude con una sentenza di primo grado nel dicembre 2023, che obbliga Groupon a versare 141 milioni di euro, tra tributi evasi e sanzioni accumulate nel corso degli anni. La giustizia italiana ha anche imposto alla società di depositare una garanzia di 74 milioni di euro, pignorando i conti correnti, in attesa dell’esito del ricorso in appello, il cui processo si terrà il 24 settembre 2024.

La posizione dell’azienda

Nella sua relazione semestrale al 30 giugno 2024, Groupon ha spiegato i passaggi che hanno portato alla decisione di lasciare il mercato italiano. La società contesta la sentenza, ritenendo infondata la valutazione fiscale riguardante soprattutto i prezzi di trasferimento del 2011, ma nel frattempo ha deciso di sospendere la vendita di coupon locali in Italia già ad aprile 2024. A luglio, il Consiglio di amministrazione ha approvato il piano di uscita dal mercato italiano, prevedendo una ristrutturazione che includerà costi pre-imposte fino a 7 milioni di dollari e il licenziamento di 33 dipendenti entro la fine dell’anno.

La chiusura di Groupon Italia segna la fine di un’era per milioni di consumatori italiani che, dal 2000, hanno sfruttato le promozioni della piattaforma per risparmiare su servizi e prodotti. Tuttavia, il marchio globale sembra intenzionato a continuare la sua battaglia legale, nella speranza di ribaltare la sentenza in appello.