La Spagna sta vivendo una delle catastrofi naturali più terribili della sua storia recente, con oltre 200 vittime accertate e migliaia di dispersi a causa delle devastanti alluvioni che hanno colpito in particolare la Comunidad Valenciana. Tra i simboli della tragedia, il parcheggio sotterraneo del centro commerciale Bonaire ad Aldaia, dove sommozzatori continuano a cercare sopravvissuti tra le auto sommerse da metri d’acqua e fango.
Il bilancio delle vittime è in costante aggiornamento, con 217 corpi già recuperati, ma si teme che il numero possa aumentare, visto che oltre duemila persone risultano ancora disperse. Tra le ultime vittime identificate, una coppia di nazionalità inglese e un uomo spagnolo, trovati nella zona di Pedralba, mentre continua la ricerca nel centro commerciale, che al momento dell’inondazione era pienamente operativo.
La furia della natura e l’allerta meteorologica
L’allerta rossa resta in vigore ad Almeria, mentre altre aree come Murcia, Catalogna e Valencia sono sotto allerta arancione, con nuove piogge e possibili esondazioni previste nelle prossime ore. Secondo le previsioni meteorologiche, potrebbero cadere fino a 150 litri di pioggia per metro quadrato nelle zone più colpite, complicando ulteriormente le operazioni di soccorso.
In risposta alla catastrofe, il governo spagnolo ha dispiegato oltre 3.600 soldati per assistere la popolazione colpita e rafforzato le operazioni di soccorso con l’uso di droni e squadre specializzate. Tuttavia, la furia degli elementi non sembra placarsi, e il rischio di ulteriori inondazioni è concreto.
Tensione nelle visite ufficiali: contestati Re Felipe VI e il premier Sanchez
La visita del Re Felipe VI e della Regina Letizia nelle aree colpite, accompagnati dal premier Pedro Sanchez, ha incontrato una dura reazione da parte dei residenti. A Paiporta, una delle città più devastate, la popolazione ha accolto le autorità con grida di “assassini” e lanci di fango, interrompendo il corteo reale. La rabbia degli alluvionati è esplosa contro quello che è percepito come l’abbandono da parte delle istituzioni, con critiche rivolte anche al presidente della regione di Valencia, Carlos Mazon.
Di fronte alla tensione crescente, il re ha cercato di dialogare con gli abitanti e i volontari presenti, ma la visita è stata bruscamente interrotta a causa della forte contestazione.
Un Paese in ginocchio e il comitato di crisi
Mentre la Spagna lotta per affrontare le conseguenze delle alluvioni, il premier Sanchez ha presieduto un comitato di crisi per monitorare la situazione e coordinare gli interventi. Alla riunione hanno partecipato numerosi ministri e rappresentanti del governo, con l’obiettivo di elaborare una risposta efficace per far fronte alla crisi umanitaria in corso.
Il governo ha anche annunciato nuove restrizioni alla mobilità nelle zone maggiormente a rischio, limitando l’accesso agli undici comuni della Valencia già devastati dalle inondazioni e sospendendo le attività didattiche nelle scuole e università.
Mentre il Paese cerca di risollevarsi da questa terribile catastrofe, resta alta l’incertezza su quante altre vite potrebbero essere state spazzate via dalla furia delle acque.