Arrestati tre complici insospettabili al servizio di Messina Denaro


L’inchiesta rivela dettagli sulla sua vita in fuga e sull’accesso privilegiato alla sanità

I carabinieri del Ros hanno effettuato tre arresti nell’ambito di un’inchiesta che ha portato alla luce dettagli sorprendenti sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, il capomafia più ricercato d’Italia. Massimo Gentile, architetto di Limbiate, e Cosimo Leone, tecnico radiologo all’ospedale di Mazzara del Vallo, sono stati arrestati per associazione mafiosa, mentre Leonardo Gulotta è stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Palermo, ha svelato come Gentile abbia ceduto più volte la propria identità a Messina Denaro, consentendogli di condurre una vita apparentemente normale nel territorio. Leone, cognato di Gentile, ha facilitato al boss latitante accesso privilegiato alla sanità, organizzando esami e fornendo un cellulare durante il ricovero in ospedale.

Messina Denaro ha fatto una vita quasi normale, utilizzando documenti falsi per acquistare auto e moto. Grazie all’indagine dei carabinieri, è emerso che il boss è stato sostenuto da una rete di complici insospettabili, incluso l’accesso a una sanità super efficiente.

Le indagini hanno rivelato un sistema sofisticato di sostegno al capomafia, che ha potuto godere di esami medici rapidi e di un trattamento preferenziale durante la sua malattia. L’arresto di Gentile, Leone e Gulotta getta luce su un aspetto poco conosciuto della vita in fuga di Messina Denaro e sulla complessità delle reti che lo hanno protetto durante la sua latitanza.

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