Bergamo domina la classifica della qualità della vita, seguita da Trento e Bolzano: il crollo delle grandi città secondo il Sole 24 Ore


BOLOGNA – Dove si vive meglio in Italia? La risposta arriva dalla 35esima edizione dell’indagine sulla Qualità della Vita condotta dal Sole 24 Ore. La provincia regina di quest’anno è Bergamo, che conquista per la prima volta la vetta della classifica generale, seguita da Trento e Bolzano. All’estremo opposto, in fondo alla graduatoria, si posiziona Reggio Calabria, ultima in un elenco che vede ben 25 province del Mezzogiorno occupare le ultime posizioni.

Una fotografia del benessere in Italia

L’indagine si basa su 90 indicatori suddivisi in sei categorie principali: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, salute e società, giustizia e sicurezza, e cultura e tempo libero. Quest’anno si aggiungono 27 nuovi parametri, tra cui i rischi legati a frane e alluvioni, la disuguaglianza di reddito e le mensilità di stipendio necessarie per acquistare una casa.

Bergamo emerge per il suo equilibrio tra i diversi fattori, mentre Trento e Bolzano confermano la loro posizione di eccellenza in molteplici ambiti.

La top 10: il trionfo delle medie province

La classifica premia soprattutto le medie province italiane, mentre le grandi città metropolitane mostrano evidenti segni di fragilità. Dietro Bergamo, Trento e Bolzano, si piazzano Monza e Brianza (4° posto), seguita da Cremona, Udine (prima nel 2023), Verona, Vicenza, Bologna e Ascoli Piceno. Nella top 10 dominano le province del Nord-Est, con una significativa rappresentanza lombarda, trentina, veneta ed emiliana.

Grandi città in difficoltà

Le grandi città italiane segnano un netto arretramento rispetto al passato. Milano, pur rimanendo al 12° posto, perde quattro posizioni. Firenze scivola dal gruppo di testa al 36° posto, mentre Roma crolla al 59° con una perdita di 24 posizioni. Situazione simile per Torino, che si ferma al 58° posto, mentre Napoli occupa la penultima posizione, precedendo solo Reggio Calabria. Unica eccezione positiva è Bari, che guadagna quattro posizioni salendo al 65° posto.

I nuovi parametri introdotti quest’anno, come la disuguaglianza nel reddito e il costo della casa, penalizzano le grandi metropoli, mettendo in evidenza problematiche strutturali che queste aree non riescono ancora a risolvere.

I vincitori nelle singole categorie

Le province più performanti nelle sei categorie principali sono:

   •   Ricchezza e consumi: Biella;

   •   Affari e lavoro: Milano;

   •   Ambiente e servizi: Brescia;

   •   Demografia, salute e società: Bolzano;

   •   Giustizia e sicurezza: Ascoli Piceno;

   •   Cultura e tempo libero: Trieste.

Da segnalare inoltre il primato di Firenze nella quarta edizione della Qualità della vita delle donne, grazie a indicatori come il tasso di occupazione femminile, la presenza di donne nei ruoli dirigenziali e il numero di laureate.

Verso l’Agenda 2030

Un’altra novità di questa edizione è il progetto legato agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, che analizza la qualità della vita in relazione a 15 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Tra i risultati più significativi:

   •   Bologna è la provincia più vicina al raggiungimento del Goal sull’Istruzione di qualità.

   •   Milano eccelle nel Goal su lavoro dignitoso e crescita economica, con un tasso di occupazione già vicino al target ONU del 78%.

   •   Verbano-Cusio Ossola, La Spezia e Varese spiccano nel Goal dedicato a città e comunità sostenibili.

   •   Oristano si distingue per Pace, giustizia e istituzioni solide, grazie al basso tasso di criminalità denunciata.

Un affresco dell’Italia di oggi

La classifica del Sole 24 Ore offre una panoramica complessa e articolata dell’Italia, evidenziando non solo i luoghi dove si vive meglio, ma anche le aree che devono affrontare le maggiori sfide. Se da un lato il Nord-Est brilla per benessere e qualità della vita, dall’altro il Sud fatica ancora a colmare il divario, pur mostrando segnali di miglioramento in alcune aree.

L’obiettivo dell’indagine rimane quello di stimolare riflessioni e politiche orientate a migliorare il benessere dei cittadini, in un Paese che cambia e si evolve, ma che necessita ancora di interventi mirati per ridurre le disuguaglianze territoriali.


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