L’operazione dei carabinieri e della procura di Catania ha portato alla luce uno scottante caso di scambio elettorale politico-mafioso che ha sconvolto l’opinione pubblica. Undici persone sono coinvolte nell’indagine che ha portato all’arresto del sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, e alla sospensione del vicepresidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri e dalla procura etnea, diverse figure politiche locali avrebbero stretto un accordo con esponenti della cosca mafiosa Santapaola Ercolano per favorire l’elezione di Rando a sindaco nel 2015. La contestazione principale riguarda uno scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata, che ha portato al fermo del primo cittadino.
Ma le accuse non si fermano qui: il vicepresidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino, è stato sospeso per un anno dai pubblici uffici per corruzione aggravata. Sammartino, noto come uno dei più influenti esponenti politici nel panorama siciliano, è stato coinvolto in un caso di corruzione legato alla campagna elettorale del 2019 a favore della candidata alle Europee Caterina Chinnici. L’accusa principale nei confronti di Sammartino è quella di aver esercitato pressioni su funzionari regionali e dell’Asp per favorire determinati interessi elettorali.
In particolare, Sammartino è stato accusato di aver favorito un farmacista locale riducendo il numero delle farmacie presenti nella zona, al fine di ottenere il suo sostegno elettorale per Caterina Chinnici. Tuttavia, la magistrata Chinnici risulta estranea all’inchiesta e non sarebbe a conoscenza delle azioni illecite di Sammartino.
L’indagine ha portato alla luce una rete di corruttele e favoritismi all’interno dell’ente comunale di Tremestieri, con funzionari infedeli che concedevano permessi e assegnavano lavori agli imprenditori amici. La strategia dei vertici comunali sembrava mirare a neutralizzare qualsiasi forma di opposizione politica, coinvolgendo persino un consigliere d’opposizione in accordi corruttivi.
Il sindaco arrestato, il vicepresidente della Regione sospeso e altri funzionari e imprenditori coinvolti rischiano pesanti accuse di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, corruzione e turbata libertà degli incanti. L’intera comunità di Catania è sotto choc per lo scandalo che ha coinvolto le alte cariche istituzionali e che ha messo in luce le collusioni tra politica, mafia e corruzione.