Milano – Un’inchiesta clamorosa scuote il panorama italiano: una rete di hacker specializzata nello spionaggio industriale e nell’accesso abusivo a informazioni sensibili avrebbe clonato o utilizzato in modo fraudolento un’email del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e la Procura Nazionale Antimafia hanno avviato indagini che rivelano una trama di cybercriminalità di proporzioni allarmanti.
Tra i principali sospettati spicca Nunzio Samuele Calamucci, consulente informatico e investigatore privato, arrestato insieme all’ex super poliziotto Carmine Gallo. Calamucci, secondo gli inquirenti, vantava accesso a una “mole di dati da gestire enorme, pari almeno a 15 terabyte”, includendo informazioni riservate provenienti da database delle forze dell’ordine, comunemente noto come SDI, contenente circa 800mila record.
Dalle intercettazioni emerge che Calamucci, attraverso un gruppo denominato “Campo Volo,” sarebbe riuscito a intercettare e clonare un indirizzo email attribuito al Presidente Mattarella. In una conversazione intercettata, l’indagato suggeriva l’uso di una stampante non riconducibile a lui per evitare tracciamenti, specificando di aver inviato informazioni tramite un indirizzo che riportava nome e cognome del Capo dello Stato, con la preoccupazione di non attirare troppa attenzione.
Un sistema di spionaggio che minaccia la stabilità democratica
Gli inquirenti hanno documentato l’estensione della rete: Calamucci, tra novembre 2023 e gennaio 2024, si è vantato di possedere milioni di file, memorizzati su dispositivi USB. La quantità e il contenuto delle informazioni raccolte mettono in luce una minaccia potenziale per la privacy e la sicurezza nazionale.
Il pm Francesco De Tommasi, che guida l’indagine, ha espresso profonda preoccupazione: «Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese», ha dichiarato. Questi individui, secondo De Tommasi, grazie alla loro attività di dossieraggio abusivo e alla creazione di banche dati parallele illegali, sarebbero in grado di “tenere in pugno” istituzioni e cittadini, influenzando processi pubblici e privati.
L’indagine è in corso, ma l’intricato sistema di spionaggio e controllo solleva interrogativi urgenti sulla vulnerabilità delle istituzioni democratiche di fronte a minacce sempre più sofisticate e globali.