Nel Regno Unito, l’annuncio dell’abbandono del programma di scambio studentesco Erasmus+ dell’Unione Europea ha destato parecchie polemiche e preoccupazioni, in particolare tra i giovani britannici e le associazioni giovanili. La decisione è stata giustificata dal governo britannico con le scarse competenze linguistiche degli inglesi, che rendevano l’adesione al programma eccessivamente costosa rispetto ai benefici ottenuti.
Dopo la Brexit, questo rappresenta un ulteriore divorzio tra il Regno Unito e l’UE. Il diplomatico Nick Leake ha sottolineato che l’incapacità di parlare fluentemente altre lingue ha portato a uno squilibrio tra le opportunità di mobilità offerte e la partecipazione di studenti stranieri nel Regno Unito.
Secondo quanto riportato da Politico, l’adesione al programma Erasmus+ avrebbe comportato un costo aggiuntivo significativo per il Regno Unito, con una perdita stimata di circa 300 milioni di euro all’anno. Leake ha dichiarato che la scelta di non partecipare è stata dettata dall’interesse dei contribuenti britannici.
Tuttavia, molte voci si sono levate contro questa decisione. Le associazioni giovanili e i giovani britannici ritengono che l’abbandono dell’Erasmus+ rappresenti una perdita devastante di opportunità educative e di scambio per entrambe le parti coinvolte. Un appello è stato lanciato alla Commissione europea affinché si riconsideri la possibilità di riammettere il Regno Unito nel programma di mobilità internazionale.
Anche il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, si è schierato a favore dell’Erasmus+, lasciando intravedere la possibilità di un ripensamento in caso di vittoria del partito laburista alle prossime elezioni nella città.
La decisione dell’abbandono dell’Erasmus+ da parte del Regno Unito continua a sollevare dibattiti e speranze di un possibile cambiamento futuro, mentre i giovani e le associazioni giovanili rimangono in attesa di sviluppi positivi in merito a questa importante opportunità di scambio e crescita educativa.