La tensione al confine tra Israele e Libano ha raggiunto livelli critici dopo che l’esercito israeliano ha lanciato un’incursione terrestre nel sud del Libano. Secondo le fonti israeliane, l’operazione era mirata a sventare un possibile attacco di grande portata pianificato da Hezbollah, paragonato per gravità agli eventi del 7 ottobre 2023, che segnò l’inizio dell’attuale conflitto. Tuttavia, la missione UNIFIL ha denunciato la violazione della risoluzione ONU 1701, che prevede il cessate il fuoco e il disarmo di tutte le milizie non governative nel sud del Libano.
Raid su campo profughi palestinese a Sidone: 13 morti
Nel frattempo, un attacco aereo israeliano ha colpito un edificio nel campo profughi palestinese di Ain El-Hilweh, nei pressi di Sidone, causando almeno 13 morti. Il campo, il più grande in Libano, ospita decine di migliaia di rifugiati palestinesi. Secondo fonti locali citate dalla CNN, l’obiettivo dell’attacco sarebbe stato Mounir Maqdah, un comandante delle brigate dei martiri di Al-Aqsa. Tuttavia, l’escalation ha sollevato la preoccupazione della comunità internazionale per la sorte dei civili intrappolati nelle zone di conflitto.
Pioggia di razzi dal Libano
Hezbollah ha risposto ai raid israeliani con il lancio di una trentina di razzi verso il nord di Israele, sebbene, secondo l’esercito israeliano, la maggior parte dei proiettili sia caduta in aree non abitate. L’organizzazione sciita ha inoltre rivendicato un attacco diretto contro la base Glilot, sede del Mossad e dell’intelligence israeliana vicino a Tel Aviv. Due persone sarebbero rimaste ferite nell’attacco, seppur in maniera lieve. In risposta, l’aeronautica israeliana ha bombardato postazioni di lancio di Hezbollah e depositi di armi lungo il confine.
Crosetto: “I nostri soldati nei bunker, Unifil non è obiettivo”
Di fronte all’aggravarsi della situazione, il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha dichiarato che i soldati italiani impegnati nella missione UNIFIL si trovano al sicuro nei bunker e non sono stati presi di mira durante gli scontri. Crosetto ha rassicurato che la missione italiana, pur operando in un contesto ad alto rischio, continua a concentrarsi sulla stabilizzazione della regione, mantenendo la neutralità.
USA: “Israele ha diritto di difendersi”
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha espresso pieno sostegno a Israele, affermando che lo Stato ebraico ha il diritto di difendersi dagli attacchi di Hezbollah e di neutralizzare le minacce provenienti dal Libano. Austin ha confermato il coordinamento tra le forze armate statunitensi e israeliane, sottolineando l’importanza di disarmare le forze ostili lungo il confine settentrionale di Israele per proteggere la sicurezza dei cittadini israeliani.
Meloni al primo ministro libanese: “Impegno per il cessate il fuoco”
Nel frattempo, la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ha avuto un colloquio con il primo ministro libanese, Najib Mikati, durante il quale ha ribadito la necessità di impegnarsi per un immediato cessate il fuoco. Meloni ha espresso preoccupazione per l’escalation del conflitto e ha offerto il sostegno dell’Italia nelle mediazioni diplomatiche. Entrambi i leader hanno concordato sull’urgenza di proteggere la popolazione civile e di evitare ulteriori devastazioni nella regione.
Centinaia in fuga verso la Turchia
L’intensificarsi dei bombardamenti israeliani ha portato a un esodo di massa dal Libano, con centinaia di cittadini in fuga verso la Turchia. I voli della Middle East Airlines da Beirut a Istanbul sono stati completamente prenotati, mentre le compagnie aeree turche Pegasus e Turkish Airlines hanno cancellato i loro voli verso la capitale libanese nei prossimi giorni, aggravando la crisi umanitaria in corso.
La guerra di Gaza, giorno 361
Mentre il conflitto a Gaza continua a infuriare dopo oltre un anno dall’inizio delle ostilità, la situazione al confine settentrionale di Israele aggiunge un nuovo fronte alla guerra. L’incertezza sulla durata e l’evoluzione di questa nuova fase del conflitto getta ombre sulle prospettive di una soluzione diplomatica, mentre gli scontri si intensificano sia a Gaza sia lungo il confine con il Libano.