Da questa mattina, come annunciato dal cancelliere Olaf Scholz, la Germania ha ufficialmente reintrodotto i controlli ai confini per contrastare l’immigrazione clandestina, con una durata iniziale di sei mesi, prorogabile se necessario. La misura segna una sospensione temporanea della libera circolazione garantita dall’accordo di Schengen, al fine di affrontare l’aumento del flusso migratorio illegale.
La ministra dell’Interno, Nancy Faeser, ha spiegato che l’obiettivo primario della decisione è “combattere l’immigrazione illegale” e “fermare i criminali, oltre a identificare e bloccare preventivamente eventuali estremisti islamici”. L’annuncio di Faeser evidenzia l’intento del governo tedesco di rafforzare la sicurezza interna e di rispondere alle crescenti preoccupazioni legate alla gestione dei flussi migratori in Europa.
Le nuove misure prevedono controlli rafforzati nei principali punti di frontiera con i Paesi confinanti e verifiche casuali effettuate dalla polizia federale tedesca. In particolare, si presterà attenzione alle rotte utilizzate dai trafficanti di esseri umani e alle reti criminali che agevolano l’ingresso illegale nel Paese.
Questa decisione arriva in un contesto di dibattito europeo sulla necessità di conciliare sicurezza nazionale e il rispetto delle libertà di circolazione. La sospensione di Schengen potrebbe avere ripercussioni anche a livello politico e diplomatico, coinvolgendo i Paesi vicini e l’Unione Europea nel suo insieme. Tuttavia, per Berlino, la priorità resta quella di garantire maggiore controllo e sicurezza ai propri cittadini.
I controlli alle frontiere, secondo il governo, potrebbero rappresentare un deterrente efficace per l’immigrazione irregolare, pur continuando a rispettare gli obblighi internazionali di protezione umanitaria e accoglienza dei richiedenti asilo.