L’Italia è intrappolata in un’incessante lotta contro salari stagnanti e prezzi in costante ascesa, una realtà che emerge chiaramente dai dati dell’Ocse su Eurostat, evidenziando che i redditi medi nel Bel Paese sono al di sotto dei livelli degli anni ’90. Questo declino dei salari reali, ossia dei salari rapportati ai prezzi, rappresenta una tendenza preoccupante, soprattutto considerando che l’Italia è l’unico paese dell’Unione Europea dove questa tendenza è così marcata.
Secondo i dati dell’Ocse, nel 2022 l’Italia ha registrato una diminuzione dei salari reali del 7,3% rispetto all’anno precedente, aggravando ulteriormente la situazione economica delle famiglie italiane. Questa tendenza negativa è il risultato di anni di redditi stagnanti, influenzati anche da una produttività che fatica a crescere, con conseguenze pesanti per chiunque abbia un lavoro.
Se guardiamo al periodo dal 1990 al 2020, i salari reali in Italia sono scesi del 2,9%, evidenziando un ritardo strutturale che si è ulteriormente accentuato con l’alta inflazione generata da eventi come la guerra in Ucraina e la rapida ripresa post Covid. Questo quadro complesso è influenzato non solo dai salari e dai prezzi, ma anche dalla produttività, cioè la quantità di prodotto generata nell’unità di tempo.
Secondo Tommaso Monacelli, esperto di Macroeconomia all’Università Bocconi di Milano, i bassi salari sono un segnale di un malessere profondo dell’economia italiana, influenzato dalla crescita stagnante della produttività. Questo problema è particolarmente evidente nel contesto delle piccole e medie imprese italiane, che faticano ad innovare e ad aumentare il loro valore aggiunto, con ripercussioni anche sulla forza lavoro e sulla demografia del paese.
Un confronto con altri paesi dell’Eurozona, analizzato attraverso i dati della BCE, evidenzia un divario nella crescita dei salari nominali, con l’Italia che registra una crescita inferiore rispetto ad altri paesi come Germania e Francia. L’aumento dell’inflazione ha eroso completamente l’aumento nominale dei salari, mettendo ulteriormente sotto pressione il potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Se confrontiamo i salari italiani con quelli del 2008, anno della crisi finanziaria globale, emerge un quadro ancora più preoccupante: i salari italiani sono inferiori del 12% in termini reali rispetto a quell’anno, posizionando il nostro paese ben al di sotto della media OCSE.
L’Italia si trova ad affrontare una sfida economica significativa, con salari in diminuzione, inflazione in aumento e una produttività stagnante. Affrontare efficacemente questa situazione richiederà politiche mirate che puntino alla crescita economica sostenibile e alla riduzione delle disuguaglianze salariali.