L’allarme è suonato nuovamente nel settore sanitario italiano: la fuga dei medici all’estero sta raggiungendo proporzioni preoccupanti. Secondo le recenti dichiarazioni del presidente dell’Ordine dei medici di Roma e Lazio, Antonio Magi, nel solo 2024 potremmo perdere quasi 20.000 professionisti, con la maggioranza dei richiedenti giovani tra i 35 e i 40 anni.
Le motivazioni di questa emigrazione sono molteplici e complesse. Magi stesso cita la ricerca di migliori condizioni lavorative e retributive come uno dei principali fattori trainanti. Al di là delle frontiere nazionali, i medici trovano spesso salari più alti, condizioni di lavoro migliori e, crucialmente, sono esenti dalla minaccia dei risarcimenti penali, che in Italia rappresentano un onere significativo per la professione medica.
Questo esodo non è un fenomeno nuovo. Secondo i dati del sindacato Sumai, dal 2019 al 2021, oltre 21.000 medici italiani hanno lasciato il paese, con una maggioranza di specialisti tra di loro. Dopo una breve pausa legata alla pandemia di Covid-19, questa tendenza sembra essersi riaccesa con forza.
Le destinazioni preferite per i medici italiani sono varie, con paesi come Israele, Stati Uniti, Germania e Francia che attraggono un numero significativo di professionisti. Tuttavia, nonostante le diverse opportunità all’estero, l’emigrazione dei medici continua a mettere in difficoltà il sistema sanitario italiano, soprattutto in regioni come la Campania.
Il recente bando indetto dalla Regione Campania per assumere medici di Pronto Soccorso ha evidenziato la profondità della crisi. Su 363 posti disponibili, solamente 62 candidati sono risultati idonei, mettendo in luce le difficoltà nel reclutare personale qualificato anche nei ruoli cruciali per la salute pubblica.
La fuga dei medici italiani all’estero non è solo una perdita di risorse umane, ma rappresenta una minaccia per la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari nel paese. Affrontare questa emergenza richiederà sforzi coordinati a livello nazionale per migliorare le condizioni lavorative e incentivare il mantenimento dei professionisti della salute sul territorio italiano.