Raid di Mosca su Kiev, almeno 31 morti. Colpito anche un ospedale pediatrico


Un violento attacco messo a segno dalla Russia alla capitale ucraina Kiev, che ha causato la morte di almeno 31 persone e il ferimento di oltre 125. Tra gli obiettivi colpiti c’è stato anche l’ospedale pediatrico Ohmatdyt, che è stato gravemente danneggiato. L’attacco è avvenuto proprio mentre il presidente ucraino Zelensky era atteso a Varsavia, dove è stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime.

La comunità internazionale ha unanimemente condannato questo gesto, definito dalle autorità ucraine come un atto di “terrorismo” e dall’Italia come un “crimine contro l’umanità”. Le autorità russe hanno respinto le accuse, sostenendo di aver preso di mira solo obiettivi militari e che i danni all’ospedale sarebbero stati causati dai detriti di un missile intercettato dalla contraerea ucraina.

Le autorità ucraine, al contrario, sostengono che l’Ohmatdyt sia stato deliberatamente colpito da un missile da crociera russo. Secondo quanto riportato, le forze armate russe avrebbero utilizzato diversi tipi di missili, tra cui missili da crociera, balistici e droni, nell’attacco a diverse città ucraine. Oltre all’ospedale pediatrico, sono state danneggiate più di 50 strutture civili, tra cui edifici residenziali e strutture mediche.

Il presidente ucraino Zelensky ha definito i raid “genocidio” e ha chiesto una risposta più forte da parte dell’Occidente. Le Nazioni Unite, l’Unione Europea e diversi Paesi occidentali hanno condannato fermamente gli attacchi, definendoli crimini di guerra. Intanto, in attesa delle conclusioni del summit della Nato a Washington, Zelensky ha annunciato la firma di un accordo di sicurezza con il premier polacco Donald Tusk, che prevede tra le altre cose l’abbattimento di missili e droni russi lanciati nello spazio aereo ucraino in direzione della Polonia.

Il bombardamento di ieri solleva interrogativi sulla difesa antiaerea ucraina, che è stata messa nuovamente alla prova dopo i numerosi attacchi subiti in passato. Si auspica che gli sforzi diplomatici e di cooperazione internazionale possano portare a una risoluzione pacifica della situazione e a una maggior protezione delle popolazioni civili.

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