La sezione immigrazione del tribunale di Roma ha rifiutato di convalidare il trattenimento dei migranti presso il centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gjader, in Albania. Questo provvedimento, emesso dalla questura di Roma il 17 ottobre, riguardava 12 migranti provenienti da Bangladesh ed Egitto, tra i 16 trasportati dalla nave Libra della Marina Militare Italiana. Secondo i giudici, i Paesi di origine dei migranti non sono considerati “sicuri”, una posizione rafforzata da una recente sentenza della Corte di giustizia, il che rende obbligatorio il loro rientro in Italia.
La decisione del tribunale è motivata dal fatto che, secondo il diritto internazionale e le norme europee, il Bangladesh e l’Egitto non possono essere considerati Paesi sicuri, invalidando così il trattenimento in Albania. Inoltre, il protocollo sottoscritto prevede che i migranti, una volta che non possono essere trattenuti, debbano essere trasferiti nuovamente sul territorio italiano. Il giudice Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha sottolineato come i giudici abbiano semplicemente applicato le norme previste dall’ordinamento europeo, il quale prevale sulle leggi nazionali.
Le reazioni politiche
La decisione del tribunale ha scatenato reazioni accese nel mondo politico. Fratelli d’Italia ha definito la sentenza “assurda”, accusando parte della magistratura di essere allineata alla sinistra politica, e la Lega ha criticato aspramente il provvedimento, considerandolo una decisione politica contro le misure del governo, facendo riferimento al processo Open Arms contro Matteo Salvini.
Dall’altro lato, le opposizioni hanno criticato duramente l’accordo con l’Albania. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha parlato di un “accordo fuorilegge”, accusando il governo di aver sprecato risorse pubbliche in un meccanismo che non regge a livello legale. Similmente, il Movimento 5 Stelle e l’Alleanza Verdi e Sinistra hanno criticato l’operazione, definendola una “truffa” e un “vergognoso spreco di denaro pubblico”.
I costi dell’operazione
Il progetto di trasferimento dei migranti in Albania comporterà costi enormi per l’Italia nei prossimi anni. Si stima che tra il 2024 e il 2028 verranno spesi circa 300 milioni di euro solo per le forze dell’ordine coinvolte, oltre ai costi di costruzione e sorveglianza dei centri in Albania.