Scontro FI-Lega: tensioni e nodi sul tavolo di Giorgia Meloni


Le tensioni tra Forza Italia (FI) e Lega si riaccendono con forza, alimentate dal dibattito su temi cruciali come lo ius scholae e l’autonomia, mettendo in difficoltà il governo di Giorgia Meloni. L’ultima scintilla è stata provocata dall’intervento del leader di FI, Antonio Tajani, che alla chiusura dell’evento dei giovani del partito a Bellaria ha rilanciato con decisione la proposta di riforma della legge sulla cittadinanza, introducendo una forma di ius scholae. Questo approccio ha trovato un netto rifiuto dalla Lega, con il vicesegretario Andrea Crippa che ha ribadito la posizione del partito: la legge attuale sulla cittadinanza non va modificata.

Il contrasto tra Lega e FI non è nuovo, ma torna in superficie nei momenti di maggiore difficoltà per la maggioranza, complicando ulteriormente il lavoro dell’esecutivo. Meloni si trova ora di fronte a diverse sfide politiche, tra cui la gestione della legge di Bilancio e il delicato rinnovo del Consiglio d’amministrazione (Cda) della Rai, due temi che potrebbero segnare il futuro della legislatura.

La questione Rai: un tema spinoso per la maggioranza

Tra i nodi sul tavolo, il rinnovo del Cda della Rai appare il più difficile da sciogliere. La nomina dei quattro componenti, inizialmente prevista per il 12 settembre, potrebbe slittare a causa delle trattative in corso. Il principale ostacolo è l’opposizione, i cui voti sono indispensabili per ottenere la maggioranza qualificata dei due terzi necessaria per nominare il presidente. Il centrosinistra, con il Partito Democratico in testa, si oppone all’indicazione di Simona Agnes (in quota FI) come presidente, e ha avanzato la richiesta di un approccio bipartisan nella governance della Rai, in linea con il Media Freedom Act dell’Unione Europea. Le opposizioni si dichiarano disposte a sostenere un candidato di garanzia, a patto che la maggioranza si impegni su questa linea, come già avvenuto con figure come Paolo Garimberti o Lucia Annunziata in passato.

Meloni, che ha preso in mano le trattative, è riuscita a convincere Matteo Salvini a rinunciare alla richiesta di un direttore generale in cambio di posti di rilievo in settori chiave come cultura e cinema. Tuttavia, le nuove tensioni con Forza Italia rischiano di mettere a repentaglio questo fragile equilibrio.

Autonomia e ius scholae: i punti di rottura tra FI e Lega

L’uscita di Tajani sullo ius scholae ha riaperto lo scontro interno alla coalizione, aggravando le già esistenti divisioni. La Lega ha risposto fermamente, riaffermando il suo “niet” attraverso il sottosegretario Nicola Molteni, che ha addirittura proposto una stretta sulla legge, suggerendo la revoca della cittadinanza a chi commette reati dopo averla ottenuta. Forza Italia, dal canto suo, ha contrattaccato, ponendo paletti sulla questione dell’autonomia e sorprendendo la Lega con l’adesione al proprio gruppo consiliare in Sardegna dei membri del Partito Sardo d’Azione, tradizionalmente alleato del partito di Salvini.

La legge di Bilancio: una sfida cruciale per il governo

Oltre alle tensioni politiche, Meloni deve fare i conti con le scadenze economiche. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dovrà presentare a Bruxelles entro il 20 settembre il Piano strutturale di bilancio (PSB), contenente le principali misure per il 2025. Tra queste, il centrodestra appare compatto su alcuni punti fondamentali, come il mantenimento del taglio del cuneo fiscale, la riduzione delle aliquote IRPEF a tre scaglioni e l’estensione delle agevolazioni contributive alle lavoratrici autonome madri. Tuttavia, le richieste specifiche di Lega e FI rischiano di complicare ulteriormente il quadro.

La Lega punta all’introduzione di una maggiore flessibilità in materia pensionistica, proponendo l’allargamento delle possibilità di prepensionamento, come con la cosiddetta “quota 41”. Forza Italia, invece, spinge per un ulteriore aumento delle pensioni minime, con l’obiettivo di avvicinarsi alla soglia simbolica dei 1.000 euro.

Un delicato equilibrio da preservare

In un contesto in cui le tensioni interne alla maggioranza si acuiscono, Giorgia Meloni si trova a dover gestire un governo che rischia di essere sempre più frammentato. Con dossier cruciali come la legge di Bilancio e la nomina del Cda Rai ancora aperti, la premier dovrà lavorare per evitare che i contrasti tra Forza Italia e Lega compromettano la stabilità dell’esecutivo.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *