Tutte le accuse a Todde: dai bonifici con Paypal al conto a Montecitorio


La vicenda che coinvolge Alessandra Todde, presidente della Sardegna eletta con il sostegno del “campo largo” voluto da Elly Schlein, sta scuotendo il panorama politico regionale e nazionale. Il documento del collegio di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari, che ha chiesto la decadenza della governatrice, solleva una serie di questioni legate alla gestione delle spese elettorali. Non si tratta di accuse penali, ma di gravi irregolarità amministrative che potrebbero mettere a rischio la posizione politica della leader del Movimento 5 Stelle in Sardegna.

Le accuse principali

Le contestazioni mosse alla Todde si concentrano su nove punti, che ruotano attorno alla gestione opaca e confusionaria dei finanziamenti per la campagna elettorale. Tra le irregolarità principali:

1. Mancanza del mandatario elettorale

Una delle accuse più rilevanti è l’assenza di un mandatario elettorale formale, figura obbligatoria per certificare la correttezza dei rendiconti. Per i giudici, questa omissione avrebbe compromesso la trasparenza dell’intero processo.

2. Conto corrente irregolare

Non è stato aperto un conto corrente dedicato, come previsto dalla legge. I fondi della campagna sarebbero transitati su un conto Intesa San Paolo di Montecitorio, privo della destinazione esclusiva necessaria.

3. Bonifici e donazioni non tracciabili

Tra le operazioni contestate figurano 16 donazioni effettuate tramite PayPal, che non risultano sul conto Intesa San Paolo. Inoltre, due donazioni significative, rispettivamente di 30.000 e 8.000 euro, non riportano il nominativo dei donatori.

4. Fatture mancanti o irregolari

Tra le spese sostenute vi è una fattura Enel da 153 euro per la sede del comitato elettorale, che però non compare nei documenti prodotti. Inoltre, fatture rilevanti, come quella di 3.500 euro per messaggi politici commissionati da Ettore Licheri, non sono state inserite in un conto dedicato.

5. Spese condivise con altri partiti

Secondo il collegio, dall’estratto conto emergono movimenti finanziari ascrivibili anche a Pd e Sinistra Futura. Ciò solleva dubbi sulla gestione autonoma dei fondi della Todde, mettendo in discussione la regolarità del finanziamento.

Le difese di Todde e il contrattacco

La presidente della Sardegna ha respinto con forza le accuse, dichiarando di non aver affrontato spese personali per la campagna elettorale e di essersi avvalsa unicamente dei mezzi messi a disposizione dal Movimento 5 Stelle. Nella memoria depositata il 18 giugno, Todde ha cercato di smontare punto per punto le contestazioni, ma il collegio ha rilanciato con ulteriori accuse.

Secondo i legali della governatrice, le regole sono state rispettate e le irregolarità contestate deriverebbero da una lettura errata dei documenti. Per questo motivo, è stato già annunciato un ricorso al giudice ordinario e, probabilmente, anche al TAR.

Le implicazioni politiche

La vicenda non si limita all’ambito amministrativo, ma ha già avuto ripercussioni politiche significative. Il centrodestra, guidato dal deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, ha chiesto le dimissioni immediate della governatrice, definendo la situazione “inaccettabile”. Sul fronte opposto, il centrosinistra difende Todde: «Ha ottenuto la fiducia dei cittadini», ha dichiarato Davide Baruffi, responsabile enti locali del Pd.

Tuttavia, non mancano i malumori all’interno del Partito Democratico, che accusa il Movimento 5 Stelle di aver gestito la vicenda in modo poco trasparente. La richiesta di decadenza rischia di compromettere l’immagine del “campo largo”, progetto politico sostenuto dalla segretaria dem Elly Schlein.

Cosa accadrà ora

Il futuro politico di Alessandra Todde è nelle mani della giunta per le elezioni del Consiglio regionale, che dovrà decidere se procedere con un voto immediato sulla decadenza o attendere l’esito dei ricorsi giudiziari. Se l’aula approvasse la decadenza, la Sardegna sarebbe costretta a tornare alle urne, aprendo nuovi scenari per le alleanze politiche.

Nel frattempo, la Procura della Repubblica ha ricevuto gli atti per valutare eventuali profili penali, sebbene al momento non vi siano accuse di reati. La vicenda resta comunque una macchia sull’amministrazione Todde e un banco di prova per la tenuta del centrosinistra sardo.

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